“Ormai il problema è l’identità del partito. Così rimaniamo senza elettori”
Zampa: “Se ci sono due anime inconciliabili, prendiamone atto”
Intervista di Alessandro di Matteo a Sandra Zampa su La Stampa del 1 maggio 2018
Sandra Zampa, cosa succede nel Pd, siamo alla viglia della rottura definitiva?
“E’ inevitabile che alle parole di Renzi ci fosse questa reazione. Per due ragioni: la prima è che c’è un segretario reggente che sta seguendo un percorso iniziato anche su indicazione del presidente Mattarella, cosa che sembra dimenticata da tutti. E poi, eravamo rimasti a Renzi che si era dimesso…”
Renzi ha detto: tutti possono andare in tv tranne me?
“Ci mancherebbe, ma ieri sera non ha parlato come ex segretario, o come senatore – cosa che sarebbe perfettamente legittima – ma come se fosse di fatto ancora il capo del Pd. Mi ha sorpreso vederlo fare lo stesso errore, e sgarbo, che ha tanto rimproverato ai protagonisti della scissione, cioè disertare le sediti di partito e parlare in tv. Ha dettato una linea, anticipando la direzione del Pd chiamata a discutere del via libera non a un governo, ma a un confronto con m5s. Lui ha di fatto reso inutile l’ordine del giorno della direzione di giovedì”.
Esatto, il dialogo con M5s è archiviato. Forse più che una direzione serve un congresso?
“Dovremo cambiare l’ordine del giorno, ormai c’è un problema di identità del partito. Quello che accade è la spia della mancanza di valori condivisi, di un sentimento di appartenenza a una comunità. Emerge una concezione proprietaria del Pd che viene da Renzi e da questo manipolo di suoi sostenitori che trasformano la politica in tifoseria. Dall’altra parte, invece, c’è il desiderio di liberare le energie del partito rimaste bloccate da questo sterile scontro, per troppo tempo sopito”.
Veramente Renzi dice che una delle cause della sconfitta sono gli attacchi arrivati dall’interno del Pd.
“In campagna elettorale c’è stato un silenzio assoluto e tutti hanno lavorato a testa bassa. E noi siamo scesi molto al di sotto della peggiore delle previsioni, che ci dava tra il 20-22%. Non si può raccontare che l’opposizione nel partito sia stata un ostacolo, descriverla l’opposizione come un potente esercito, quando era un manipolo di parlamentari, nell’impossibilità assoluta di bloccare alcunché. La politica non si fa per slogan o con gli hashtag. A forza di “#senzadime” siamo rimasti “#senzadiloro”, cioè senza elettori”.
Quindi, dicevamo, in direzione sarà un confronto tra due concezioni del partito…
“Abbiamo bisogno di una direzione di marcia che non c’è più, di un linea adeguata e di avere al più presto un segretario, con pieni poteri. E’ bene che ognuno porti le sue ragioni, si voti. E soprattutto si avvii quanto prima un nuovo congresso. Il Pd ha bisogno di essere azzerato e ricostruito. E’ un partito in cui non si capisce più niente. E’ inaccettabile la caccia alle streghe partita ieri contro Franceschini sui social network. Ci sono fior di parlamentari renziani che guidano questa roba, basta consultare Twitter o Facebook per vedere chi sono. Io non penso che un parlamentare possa dire a un ministro in sede pubblica che lui è a caccia di poltrone. Non è pensabile che chi ha un’idea diversa debba essere bersaglio di insulti sul web. Se le cose stanno così, se non ci sono le condizioni, se ci sono due Pd, bisogna prenderne atto. Però a questo punto è Renzi che lo deve dire. Venga in direzione, ci spieghi”.